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24 Febbraio 2024

Una politica del disarmo

Mi sono trovato a scrivere questo articolo proprio nel giorno i cui si ricordano i due anni d’inizio della guerra in Ucraina, il 24 febbraio 2022.

Ricordo come l’inizio di questo conflitto aveva creato una grande ripercussione e interesse non solo nei mass media, ma anche in tutti quanti noi nel dimostraci particolarmente sensibili e solidali, soprattutto nei confronti degli ucraini. Da quel giorno, si è aggiunta una ulteriore guerra, a Gaza, tra israeliani e palestinesi.

La storia sembra non aver insegnato nulla: la logica delle armi porta sempre e solo morte e distruzione. Siamo di fronte ad una regressione sulle conquiste nel campo dei diritti umani; come a me piace ricordare, progresso non è sinonimi di civiltà, purtroppo.
Ma, a distanza di due anni da quel 24 febbraio 2022, ciò che mi impensierisce maggiormente è l’impressione di andare incontro ad un rischio, ossia ad una sorta di “assuefazione alle guerre” e alle sue “tragiche notizie e conseguenze”, sia a livello personale che pubblico.

Sappiamo come i mass media il più delle volte perseguono anzitutto interessi di ordine economico e politico; anche quelli di ispirazione cattolica, talvolta sembrano aver smarrito il coraggio della verità e della profezia, così come richiede il Vangelo, incarnato concretamente nelle indicazioni della dottrina sociale della Chiesa. Al contrario, questo coraggio della verità e della profezia, va recuperato e promosso.

Mi ha colpito ciò che ha detto papa Francesco all’Angelus del Natale scorso: “La gente (…) ignora quanti soldi pubblici sono destinati agli armamenti”. Eppure, dovrebbero saperlo! Se ne parli, se ne scriva, perché si sappiano gli interessi e i guadagni che muovono i fili delle guerre. (…) Quanti stragi armate avvengono in silenzio assordante, all’insaputa di tanti”. Queste parole non fanno parte solo di un invito alla pace, ma hanno anche un risvolto pratico che è quello del disarmo per fermare le guerre, ed è un aspetto che può coinvolgere tutti quanti noi.

Ad esempio, mi ha colpito la scelta “dell’Ospedale Bambin Gesù” di Roma, che ha rifiutato la donazione di un milione e mezzo di euro da parte di un’azienda leader di sistemi d’arma aereospaziali. “Non si può con una mano sostenere l’uccisione di bambini nel corso di sanguinosi conflitti”, ha scritto Pax Christi, “e con l’altra concorrere a salvarne altri”.

Purtroppo, quella di papa Francesco, è rimasta tra le poche voci che si oppongono concretamente alla logica delle guerre attraverso una politica del disarmo secondo cui è illusorio pensare che gli armamenti abbiano un valore deterrente.

Sta anche a ciascuno di noi, nel piccolo, con le scelte concrete e di pensiero che siamo chiamati a compiere, promuovere e sostenere una politica di questo tipo se davvero vogliamo la pace nel mondo.

Il parroco – arciprete,
don Moris Tonso

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